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giovedì 6 marzo 2008

Voto utile: cosa vuol dire?

Una di queste mattine al mercato, mentre stavo distribuendo un volantino sull’iniziativa pubblica a Jesi con l’On. Achille Occhetto, un vecchio compagno mi ha chiesto che cosa significava il voto utile di cui tanto si parla.
Ho risposto, innanzitutto, che il concetto di voto utile è usato allo stesso modo da Veltroni quanto da Berlusconi, anzi che Berlusconi ha sostenuto addirittura che non votare per il Popolo della Libertà non solo era inutile, ma anche dannoso.
Inoltre, dopo aver rifiutato di modificare questa pessima legge elettorale, votata dalla destra e subito dopo definita dagli stessi autori “una porcata”, ora si tenta di far credere agli italiani che voteranno con un metodo diverso da quello in vigore, come se si fosse già svolto il referendum, slittato invece al 2009, ma soprattutto come se fosse già in vigore un sistema elettorale che potrebbe scaturire esclusivamente da una eventuale vittoria dei sostenitori del si nel referendum stesso.
Questo è sufficiente a dimostrare come, in realtà, ad entrambi, non importi proprio nulla di quello che pensano gli italiani, e come, attraverso un uso spregiudicato dei mezzi di informazione, pubblici e privati, stiano cercando di confondere gli elettori, sostenendo che il voto non dato al PD o al PdL, sia un voto sprecato.
Questa affermazione è assurda, tanto più se a sostenerla sono alcuni personaggi, come, ad esempio, la Finocchiaro, dato che in Sicilia la Sinistra l’Arcobaleno è parte di una coalizione che sostiene la stessa candidata del PD, per cui sarebbe oltre che carino, sicuramente più fruttuoso comportarsi correttamente.
Ma soprattutto, ritengo che un tale atteggiamento sia oltremodo spregevole, perché presuppone la chiara intenzione di annullare la volontà degli elettori.Penso che sia vero l’esatto contrario, considerando che i programmi del PD e del PDL sono simili, che questi due partiti si fanno concorrenza e che entrambi dichiarano che uno copia l’altro, non solo per quanto riguarda il programma, ma anche per il metodo di fare campagna elettorale.
Allora, perché una elettrice e un elettore che vuole votare una formazione politica della sinistra, pensando che sia giusto che ci sia una grande forza della sinistra in parlamento, deve essere detto che il suo voto è inutile? Chi ha deciso che La Sinistra l’Arcobaleno ha già perso le elezioni? Se fosse così, perché andare ad una consultazione popolare, come previsto dalla Costituzione?
Non sappiamo chi vincerà le elezioni, nonostante i sondaggi favorevoli alla destra, perché, dunque, alcune forze politiche dovrebbero da subito rinunciare ad essere rappresentate e magari rinunciare a fare campagna elettorale?
Neanche venti mesi sono passati, da quando le precedenti elezioni ci restituirono l’immagine di un paese sostanzialmente diviso a metà. Per una manciata di voti, hanno vinto coloro che si rifiutavano di consegnare di nuovo l’Italia a Berlusconi, che aveva governato per cinque anni.
In quella occasione tutta la coalizione di centro-sinistra si è stretta attorno a Prodi per riuscire a cacciare Berlusconi, il suo governo di centro-destra, e per ristabilire in pieno la democrazia e affrontare i problemi dei lavoratori.
Ho parlato di ristabilire la democrazia, perché credo che fare leggi per risolvere questioni personali, come la depenalizzazione del falso in bilancio, significhi non esercitare il potere a favore della collettività, ma per il proprio tornaconto.
Ovviamente, mi sono limitato a citare un solo caso, ma avrei potuto portare molti altri esempi.
Soprattutto, durante il governo di centro-destra, sono state sistematicamente ignorate le condizioni dei lavoratori, del salario e della sicurezza nei posti di lavoro, così come la lotta al precariato e tutte quelle misure fondamentali per ridare dignità al lavoro.
Il governo Prodi ha iniziato ad affrontare alcune questioni, ristabilendo la priorità delle tematiche del lavoro, ma è insindacabile che all’interno della maggioranza di centrosinistra “la Sinistra era una minoranza” e molte battaglie, seppure aspramente combattute, si sono perse.
Non tutte, a dire la verità, ma il sentimento prevalente all’interno del popolo della sinistra è di delusione.
La delusione di chi lavora e di chi fatica a pagare bollette, assicurazioni, affitto, rate, l’università dei figli, i vestiti, addirittura il conto della spesa per mangiare.
Ecco la ragione del voto a “la Sinistra L’arcobaleno”, un voto affatto sprecato, perché questa forza si candida oggi a governare il paese con un proprio programma, un programma “di parte”, la nostra parte.
Se poi non si dovessero ottenere voti sufficienti, allora si agirà coerentemente stando all’opposizione.
Saranno gli italiani con il loro voto a determinare la forza di cui potrà disporre la Sinistra l’Arcobaleno.In ultimo, vorrei spiegare i motivi della estrema necessità di una nuova legge elettorale.
E’ evidente che questo sistema (voluto dalla destra, ma anche da altri che non hanno voluto cambiare, malgrado quanto scritto nel programma di Prodi due anni fa), favorisce il progressivo allontanamento del popolo italiano dalle istituzioni, lo allontana dalla politica.
Il rapporto fiduciario con i propri rappresentanti viene eroso alla radice, ed è esattamente quello cui aspira la destra e quanti si avvantaggiano di una politica non fondata sulla partecipazione, ma sul fascino del leader.
Ma l’Italia non è l’America. E la politica non si può ridurre ai cappellini, ai palloncini e ai coriandoli dei congressi americani. Non viviamo in una “fiction”, ma viviamo nella storia italiana ed europea, dovendo affrontare quotidianamente tanti problemi, che non si dissolveranno trasformandoci in tanti Nando Moriconi, “l’americano a Roma” di Alberto Sordi.
Anche per questo il voto a “la Sinistra l’Arcobaleno” è necessario, oltre che utile a far rimettere i piedi a terra a molti, che di sicuro non hanno il problema di non riuscire a pagare la bolletta della luce.
Claudio Maderloni

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