Uno spettro si aggira per l'Italia e l'Europa, si chiama "razzismo". La crisi dei valori della politica che non è in grado di dare risposte convincenti ai gravi problemi del nostro tempo induce alla individuazione del capro espiatorio: l'immigrato, lo straniero, il diverso. Un razzismo istituzionale delle classi dirigenti ed un razzismo mediatico e popolare che si nutre di un crescendo di luoghi comuni e di percezioni di massa basate sulla insicurezza e sulla paura.
E successo in Europa con l'approvazione da parte del Parlamento Europeo della Direttiva Rimpatri (direttiva della vergogna) che consente la detenzione fino a 18 mesi degli immigrati senza documenti, e succede in Italia con le proposte del Governo sul pacchetto sicurezza che arriva ad ipotizzare la clandestinità come reato penale, fino alla proposta aberrante di prendere le impronte digitali ai bambini Rom. Occorre reagire, uscire dal silenzio e mobilitarsi contro questa deriva razzista che fa spregio dei grandi e fondamentali diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Se non lo facciamo potremmo, in un prossimo futuro, doverci vergognare di questa pigrizia politica e culturale. Per questa ragione occorre essere in tanti, oggi 7 luglio a piazza dell' Esquilino a Roma all' iniziativa promossa dall' Arci dalle 17 alle 20.
La cgil ha aderito insieme a tanti altri, associazioni e personalità (Moni Ovadia, Camilleri, Ascanio Celestini, Dacia Maraini ed altri). Raccoglieremo impronte e le consegneremo al Ministro Maroni dicendogli: "Prendi le nostre e lascia stare i bambini". Dovremo essere in tanti il giorno dopo, 8 luglio dalle 10 alle 13 nella sala Luigi Di Liegro dell'amministrazione provinciale di Roma, in via 4 novembre 109 all'assemblea promossa dai sostenitori dell'appello sui Rom intitolato "Il sonno della ragione genera mostri". Questo appello è stato sottoscritto da circa 650 persone ed il suo intento è quello di discutere, ragionare, dialogare per cercare le soluzioni dei problemi rispettando i diritti delle persone tutte e con l'obbiettivo di aumentare la sicurezza di tutti con gli strumenti dell' inclusione, dell'integrazione e della convivenza.
In preparazione di questa assemblea abbiamo cercato con pazienza e determinazione di avere presenti degli interlocutori istituzionali (ministri ed amministratori); a parte qualche lodevole eccezione, è difficile dialogare e confrontarsi con chi evita sistematicamente i luoghi del confronto, ma noi andiamo avanti e faremo la nostra parte, anche di proposte concrete. Infine non dovremo mancare con la nostra presenza e testimonianza ad un altro appuntamento che ci sarà il 10 luglio dalle ore 17 all'ex mattatoio (Campo Boario) dove la Federazione Rom e Sinti Insieme terrà un raduno nazionale delle varie comunità.
Basta leccarsi le ferite, riprendiamo la nostra militanza civile.
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