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venerdì 31 ottobre 2008

Sadam e Api, i comitati e la politica.

Ieri sera (mercoledì 29 ottobre), a Chiaravalle si è svolta una assemblea pubblica organizzata dal comitato contro le nuove centrali Api e dal comitato contro la centrale Sadam a Jesi.Ero presente, e dopo aver ascoltato gli interventi degli organizzatori, ho chiesto di esprimere le mie perplessità, ma ho dovuto prendere atto che, evidentemente non c’era molta voglia di ascoltare.Credo che le assemblee pubbliche, per dirsi tali, dovrebbero servire a dialogare, a fare in modo che siano discusse le opinioni di tutti i cittadini, e che, così come è giusto chiedere alle istituzioni di ascoltare le voci dei Comitati, così sia altrettanto necessario il contrario. Non si possono mettere veti a chi si fa portatore di idee divergenti e di dubbi legittimi.Mi dispiace ammetterlo, ma il comitato contro la centrale biogas di Jesi non ha dimostrato nei fatti questo tipo di necessario atteggiamento interlocutorio.Nonostante, da sempre, soprattutto durante la mia recente attività parlamentare in Commissione Agricoltura, io abbia nutrito molti dubbi circa la produzione di biogas, per i motivi che dirò, ieri sera ho semplicemente detto che la salvaguardia di posti di lavoro non può essere ignorata, ma che deve essere considerata una necessità al pari della salvaguardia della salute, dell’ambiente e dei diritti di tutti.La produzione di biogas, infatti, pone molte perplessità. In breve: se sia “utile”, oltre che economicamente vantaggioso, usare prodotti alimentari per produrre energia, e questo vale sia per i cittadini consumatori quanto per gli agricoltori produttori; se il bilancio energetico sia positivo, a fronte dell’utilizzo di materie prime provenienti da paesi lontani (costi di trasporto, etc, etc.) e non di meno considerando che spesso certe coltivazioni incentivano la distruzione di foreste e ambienti naturali, oltre che fomentare lo sfruttamento di manodopera locale a basso costo a vantaggio delle solite multinazionali. Inoltre, si sono già verificati casi di aumenti vertiginosi di prezzi di materie prime a causa di queste pratiche, proprio in quei paesi dove le stesse coltivazioni sono la base dell’alimentazione delle popolazioni indigene, vedi il mais in Messico e altre situazioni. Da questo, la forma di produzione di biogas da incentivare, sarebbe solo quella che sfrutta i materiali residui della produzione agricola, sfalci ed altro, come da indicazioni europee. Poi, premesso questo, ieri sera sono passato ad analizzare la situazione locale. Eppure, gli organizzatori sembra abbiano ascoltato solo la seconda parte del mio discorso, ovvero quella in cui appoggiavo la posizione del Sindaco di Jesi, volta ad accettare la firma della Convenzione con la Sadam, al fine di garantire la cassa integrazione speciale per i lavoratori dell’azienda.La questione è molto complessa, e riguarda i posti di lavoro, l’attività degli agricoltori, la cassa integrazione speciale, la tutela della salute, la salvaguardia dell’ambiente, e non in ordine di importanza. Trovo pericoloso cavalcare l’onda emotiva dei timori per la salute, dovuta a tutta una serie di scandali e pratiche di malapolitica, per attaccare tutti coloro che osano esternare dubbi, che richiedono riflessioni. I cittadini devono poter valutare sulla scorta di dati certi e forniti da tecnici e specialisti, la politica deve saper ascoltare e valutare, ma poi deve agire per il bene collettivo, cercando di ridurre al minimo i danni e gli inconvenienti, e i lavoratori, che siano uno, cento o mille, non sono fattori secondari, sono carne viva. Mi è sembrato veramente inopportuno agitare i soliti fantasmi dell’antipolitica, purtroppo anche da parte di chi ha sempre fatto politica attivamente. Perché Politica è semplicemente agire per il bene comune, e non può essere confusa con certi atteggiamenti di singoli “politici”, allo scopo di interdire la possibilità di avanzare argomentazioni da parte di tutti, anche di chi fa politica, da sempre, con passione e dignità.Da parte mia, ho cercato di parlare dei rischi eventuali legati all’oleodotto, che dovrebbe attraversare la bassa valle del fiume Esino, da Jesi a Falconara transitando per tutta Chiaravalle, che considero un ulteriore problema, oltre a quelli già elencati, e invece sono stato tacciato di superficialità e chissà di quanto altro non detto..Ho cercato di argomentare la mia diffidenza sia nei confronti dei dirigenti della Sadam che di quelli dell’Api, parlando delle diverse volte in cui non hanno rispettato gli impegni assunti, come in occasione della dismissione dello zuccherificio. Mi hanno accusato di non volermene occupare, di fare melina, mentre ho chiesto semplicemente di valutare le ragioni di tutti, di vagliare tutte le possibilità. Probabilmente ho cercato anche di fare delle provocazioni, per sollecitare l’ascolto di ogni posizione, ma questo non è piaciuto, tanto che addirittura si è arrivati a tirare fuori la questione dei costi della politica e degli stipendi dei parlamentari, per raccogliere facili applausi e zittirmi, dato che anch’io porto su di me la colpa di essere stato deputato.Quello che mi premeva sottolineare, era la necessità di discutere, di ascoltare, e anche di non considerare la vicenda Sadam come una questione esclusivamente jesina, perché l’aria e l’acqua non sono chiuse in compartimenti stagni che coincidono con i singoli territori comunali. Anche questo argomento è stato snobbato da chi aveva indetto l’assemblea, invece io ritengo sia importante che le amministrazioni imparino ad agire collettivamente, a consultarsi a vicenda. Mi rivolgo a tutti, in questo caso al sindaco e al consiglio comunale di Jesi, in quanto i Comuni limitrofi non possono essere considerati territori residui o da interpellare solo quando le cosa non vanno bene, per chiedere solidarietà. La tutela della salute dei cittadini non può essere affrontata con logiche localistiche, e perché le politiche messe in campo siano efficaci, occorre che le amministrazioni collaborino senza pretese di superiorità.Ieri sera, invece, mi è sembrato che alcuni volessero solo far vedere quanto sono bravi, considerando le voci discordanti solo “rumori” da soffocare. Ho sempre diffidato dei santoni, e ieri ne ho avuto la conferma, eppure, oltre determinati atteggiamenti, il problema esiste, e tutti dovranno farsene carico.Claudio Maderloni

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